Carlos Sainz riesce finalmente a conquistare la Dakar dopo quattro tentativi a vuoto e, forse, con il rammarico di non essere riuscito nell’impresa in una delle ultime edizioni africane. Doveva essere la Dakar del grande confronto tra due colossi dell’industria automobilistica tedesca: la sfida tra Volkswagen e BMW non è andata oltre i comunicati stampa perché già dopo i primi chilometri i ragazzi di Monaco hanno intuito che per loro la gara sarebbe stata tutta in salita a causa di diversi problemi tecnici (e per qualche errore di troppo di Nani Roma). Pazienza… con le quattro vittorie di tappa conquistate da Stephan Peterhansel la BMW ha dimostrato di avere messo a punto una X3 molto performante: la sfida è solo rimandata al prossimo anno.
Tutto come da copione invece per la corazzata Volkswagen che ha messo il campione spagnolo in condizione di gestire la gara senza mai rischiare. Forse per il team di Wolfsburg la difficoltà più grande è stata tenere a freno le ambizioni del Principe Al-Attiyah che si è dimostrato sempre molto veloce e che in più di un’occasione ha dato l’impressione di trattenersi (suo malgrado) dallo spingere troppo il piede destro sull’acceleratore della sua Tuareg TDI. Chi di sicuro non si è risparmiato con il piede destro, le braccia e tutto il resto del corpo è stato Robby Gordon che per più di 9000 chilometri ha domato l’esuberanza del proprio Hummer a trazione posteriore entusiasmando gli appassionati di tutto il mondo.
Nella foto in alto Carlos Sainz (©Heiko Mandl/Red Bull Photofiles).