La Dakar 2011 si è chiusa con la vittoria di Marc Coma tra le moto e del principe Nasser Al-Attiyah tra le auto. Se tra i piloti poteva esserci qualche incertezza sul risultato finale, lo stesso non si può dire per le case impegnate in questa straordinaria competizione: KTM e Volkswagen hanno confermato il loro ruolo di dominatori nelle rispettive categorie. Tra le auto la situazione era piuttosto prevedibile ma tra le moto, con la riduzione di cilindrata a 450 cc, speravamo un po’ tutti in un rimescolamento di carte che consentisse alle varie Aprilia, Yamaha, BMW e Honda di rientrare in gioco nei confronti della corazzata KTM. Non è andata precisamente così: Marc Coma e Cyril Depres hanno fatto gara a sé nonostante qualche problema di affidabilità che però non ha mai condizionato l’andamento delle prove speciali.
Il trionfo 2011 rappresenta per il marchio austriaco la decima vittoria consecutiva nel rally raid più prestigioso al mondo. La Honda a fine anni ’80 si ritirò dopo una serie di quattro vittorie consecutive: i giapponesi ritennero inutile proseguire in assenza di avversari in grado di contrastare una superiorità così schiacciante. Mi chiedo allora se a Mattighofen qualcuno non stia facendo una riflessione simili. Sicuramente la Dakar rappresenta una vetrina pubblicitaria di tutto rispetto a patto però che ci sia competizione vera, per capirci quella che fa infervorare gli appassionati nelle immancabili discussioni al bar. Se i responsabili della casa austriaca cominciassero a ragionare in questa direzione non è detto che si potrebbe assistere ad un progressivo disimpegno – almeno in veste ufficiale – dalla Dakar. Magari seguendo l’esempio di Ducati in Superbike, cioè assicurando le moto ai team privati senza però un coinvolgimento diretto della casa. Teniamo presente che la crisi mondiale non è ancora finita, le risorse economiche sono limitate e KTM sta per affrontare la sfida (molto dispendiosa) della Moto 3.
Mi rendo conto che l’uscita di scena del dominatore non sia la soluzione più elegante per riparare alla mancanza di spettacolo in una competizione ma, in assenza di alternative, potrebbe essere una via d’uscita… con i ringraziamenti di BMW, Yamaha, Honda e Sherco.
Nella foto in alto Cyril Depres fotografato da Marcelo Maragni by Red Bull Photofiles.