Il primo weekend di ottobre sono stato in Corsica insieme ad un gruppo di mototuristi saviglianesi esperti conoscitori dell’isola. Questo periodo è ideale per fare mototurismo: le temperature ancora miti non fanno pesare i chilometri mentre si è alla guida e la bassa stagione turistica consente di godersi pienamente i luoghi e risparmiare anche qualche euro. Ci imbarchiamo così sul traghetto il venerdì sera dalla vicina Savona per arrivare all’alba del sabato a Bastia dopo una traversata del Mar Ligure un “poco” movimentata. Il nostro gruppo si compone di nove moto quasi tutte enduro bicilindriche con due eccezioni: una BMW R75 degli anni settanta e una Honda Dominator.
Appena usciti dal porto ci concediamo il tempo di una veloce colazione per poi metterci subito alla guida in direzione sud lungo la costa orientale. Una volta arrivati ad Aleria abbandoniamo il litorale per addentrarci nel cuore dell’isola. La mia Transalp si trova decisamente a suo agio sul misto veloce che porta a Corte, un’antica cittadina di circa 6000 abitanti sede della più antica università corsa. Decidiamo però di non fermarci e di proseguire verso il Monte Cinto che con i suoi 2700m è la vetta più alta di tutta la Corsica. Le strade diventano sempre più tortuose mentre si sale d’altitudine e anche il paesaggio ricorda sempre di più quello delle nostre alpi marittime. Lasciamo l’asfalto della strada D84 all’altezza di Calacuccia per risalire su sterrato verso le pendici del Cinto. Meglio non esagerare però: le nostre endurone non hanno certo l’agilità di un KTM e ci fermiamo così a quota 1400m. Una pausa di qualche ora consente ai più “atletici” del gruppo di proseguire a piedi la scalata alla vetta dopodiché si ridiscende sull’asfalto per riprendere l’attraversamento della Corsica verso la costa occidentale. Lo scollinamento avviene sull Col di Vergio (1474m) in un paesaggio reso davvero suggestivo dai colori del crepuscolo. Arriviamo a Marina di Porto quando ormai è notte e con più di 200km alle spalle.
Il giorno successivo, prima di puntare a nord, decidiamo per una breve deviazione: non possiamo infatti partire da Porto senza visitare le Calanques, un tratto di costa famoso per il caratteristico colore rosso delle rocce le cui strane forme sono state modellate dall’azione erosiva del vento nel corso dei secoli. La strada che porta verso Calvi invoglia ad una guida svelta e disinvolta se non fosse per il rischio di trovarsi a faccia a faccia con un autobus in corrispondenza delle tante curve. Arriviamo a Calvi poco dopo mezzogiorno in tempo per uno spuntino e per fare un po’ di spesa per la serata… ci rimettiamo quindi in viaggio verso una delle località più affascinanti della Corsica: il Deserto delle Agriate (désert des Agriates) che si trova a metà strada tra Isola Rossa (Ile Rousse) e San Fiorenzio (Saint Florent). L’ultimo tratto di strada per raggiungere la nostra meta è un veloce sterrato dal caratteristico fondo bianco lungo 12 km che termina in località Saleccia in corrispondenza del campeggio dove trascorreremo la notte. Dopo altri 180km ci meritiamo proprio una abbondante grigliata annaffiata da innumerevoli bottiglie di Pietra, la caratteristica birra corsa di castagne.
Il nostro terzo giorno in Corsica prevede pochi chilometri in moto, preferiamo infatti sfruttare il tempo a disposizione per visitare a piedi il litorale delle Agriate. Il sentiero che da Saleccia porta a Ghignu è immerso in una natura ancora incontaminata dove il verde della macchia mediterranea si alterna al bianco delle dune di sabbia. In serata, ancora un po’ stanchi dalla giornata di trekking, riprendiamo le moto e torniamo a Bastia dove ci aspetta il traghetto per tornare in Liguria.
Duna nel Deserto delle Agriate
Puoi guardare tutte le foto del viaggio direttamente su flickr oppure sfogliare la presentazione qui sotto:
Se invece sei interessato a scoprire i dettagli del percorso ecco la mappa: